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Due volte offesa

Il giornale online examiner.comriporta una storia assurda, ma a cui non facciamo fatica a credere.In Arabia Saudita una giovane donna, di cui non vengono resi noti i dati personali, è stata vittima di stupro da parte di un branco.La Corte Generale del Regnoha condannato la giovane a 200 frustate e sei mesi di reclusione, per la sharia infatti è illegale che una donna accetti di salire in macchina con un uomo che non sia imparentato con lei.Inizialmente la Corte aveva deciso che le venissero inflitte 90 frustate, ma in seguito alle proteste dell'avvocato difensore si è giunti alla più rigida condanna.Nel 2006 la donna si recò dall'amico con l'intenzione di farsi ridare delle foto, ma salirono sul veicolo altri due uomini, che, preso il controllo della macchina, guidarono fino ad un luogo isolato. Qui trovarono ad attenderli altri cinque uomini che picchiarono (e forse violentarono) l'amico della vittima e poi abusarono di lei.Le rigide leggi imposte dalla sharia, il codice di leggi islamico, sono ben note a tutto il mondo, così come i facili estremismi che si raggiungono in sede di tribunale. Purtroppo però la questione non si esaurisce qui.Il fatto in sé che una donna, vittima di violenza, ne venga considerata in qualche modo "artefice" con il proprio comportamento, è un meccanismo comune alle società più arretrate del mondo.In Arabia Saudita una donna può essere condannata per questo, in altri Paesi può essere emarginata dalla società, che la considererà causa del suo proprio male.Queste due forme di ignoranza sono ugualmente pericolose, perché altrettanto lesive della dignità di essere umano cui ogni donna ha diritto al pari - sarà forse banale ricordarlo - di un uomo.

RM

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